Gli anni Sessanta sono stati un periodo di grandi rivoluzioni. Il mondo in quel periodo ha vissuto grandi cambiamenti economici, sociali e di costume. Si è diffuso l’uso di oggetti realizzati in nuovi materiali, coloratissimi e dalle forme insolite. L’arte diventa “pop”, lo stile d’avanguardia diventa un fenomeno di massa. L’Interior Design degli anni Sessanta vuole stravolgere il modo di vivere la casa, vuole sorprendere con le sue forme geometriche morbide e i suoi colori accesi. Lo stile di quegli anni continua a ispirarci con il suo spirito ricercato, coraggioso e ironico. Vediamo insieme 5 elementi di Interior Design per una casa anni Sessanta, che ancora oggi possono ispirarci per la ristrutturazione di casa o di il rinnovo di un ufficio.
Interior Design anni Sessanta: tra minimalismo e psichedelia
Lo stile degli interni anni Sessanta si riconosce a colpo d’occhio per la sua sintesi tra minimalismo e colori psichedelici. Le forme sono geometriche e morbide, le superfici sono lucide e a tinta unita. I colori sono accesi e brillanti, gli abbinamenti tra colori sono audaci, lisergici. Vediamo pareti tinteggiate con colori come il verde pino, o l’arancione. I complementi d’arredo vengono scelti per contrasto.
Il materiale che predomina è la plastica. La plastica si presta in modo eccellente per la produzione industriale di complementi d’arredo dalle linee geometriche e pulite. La plastica è un materiale che si adatta al meglio alle esigenze di una società che conosce per la prima volta i consumi di massa e guarda con entusiasmo al futuro.
5 elementi di Interior Design per una casa anni Sessanta
Abbiamo selezionato 5 elementi che meglio rappresentano le tendenze degli anni Sessanta e che ancora oggi danno un tocco di ricercato, ironico e colorato all’ambiente domestico, o a un ufficio.
1 – La lampada da tavolo Nesso
La lampada da tavolo Nesso è stata progettata da Giancarlo Mattioli insieme al Gruppo Architetti Urbanistici Città Nuova. È stata presentata al Salone del Mobile di Milano nel 1965, vincendo diversi premi. Il gruppo Artemide ha iniziato a produrre questo tipo di lampade utilizzando resina ABS stampata a iniezione. Questo ha permesso di realizzare una lampada in plastica leggera e resistente allo stesso tempo. Questa plastica è anche traslucida, quindi la luce viene irradiata gradualmente e armoniosamente da tutto il corpo dell’oggetto. La caratteristica forma “a fungo” di questo pezzo resterà un simbolo del design anni Sessanta.
2 – La poltrona Sacco di Zanotta
La poltrona Sacco di Zanotta è un complemento d’arredo che ha fatto scuola. È stata disegnata da Cesare Paolini, Piero Gatti e Franco Teodoro. I tre designer torinesi hanno realizzato un sacco di vinile e lo hanno riempito di palline di polistirolo espanso. L’ispirazione veniva dal mondo contadino: un tempo si realizzavano materassi raccogliendo foglie di castagno in un sacco, in modo da creare un giaciglio morbido, adattabile a ogni contesto. I materiali moderni permettono di ottimizzare questo processo, creando un pouf morbido e resistente, capace di adattarsi al meglio alle necessità di chi ne fa uso. Nel 1969 hanno mostrato questa poltrona sacco ad Aurelio Zanotta, imprenditore italiano d’avanguardia, che la produrrà con grande successo.
3 – Il calendario perpetuo Timor
Il calendario perpetuo Timor è un oggetto di design che di fa sempre notare. È un calendario da tavolo disegnato da Enzo Mari per Danese. Il suo design si ispira alla segnaletica ferroviaria: questo tipo di segnaletica è molto efficace nel comunicare informazioni a colpo d’occhio. Enzo Mari sceglie l’Helvetica come carattere tipografico per numeri e lettere del calendario, per garantirne la massima leggibilità. Mesi, giorni della settimana e numeri si aprono a ventaglio per essere combinati di volta in volta. Prodotto per la prima volta nel 1967, il calendario perpetuo Timor non è mai uscito dalla produzione di Danese.
4 – La Ball Chair di Eero Aarnio
Probabilmente la Ball Chair è il pezzo è rappresenta l’oggetto d’arredo Sixties per eccellenza. Disegnata dal designer finlandese Eero Aarnio nel 1963, e realizzata poi in vetroresina, la sedia a sfera diventa un’icona: leggera, robusta, essenziale e colorata. Qualcuno l’ha definita “una stanza nella stanza”. Viene presentata alla Fiera del Mobile di colonia nel 1966 e viene venduta immediatamente in 30 paesi differenti. In breve tempo la ritroviamo in film, videoclip, libri e riviste. È un elemento sempre riconoscibile, che non può mai passare inosservato.
5 – L’Arco di Flos
L’Arco di Flos è una lampada da terra disegnata da Achille e Pier Giacomo Castiglioni nel 1962. Oggetto raffinato, contraddistinto da linee rigorose, rappresenta un nuovo approccio all’illuminazione. Ha un carattere ibrido: è una lampada da terra, che allo stesso tempo ricrea le dinamiche di sospensione dell’illuminazione da soffitto. In poche parole, illumina dall’alto, ma può essere collocata ovunque, in modo estremamente funzionale e sempre di grande impatto.
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