In quali casi il Bonus Ristrutturazione può essere revocato?

Nel 2022 il Governo ha emanato leggi al fine di ridurre le frodi, imponendo regole più stringenti sulle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni.
In quali casi il Bonus Ristrutturazione può essere revocato?

Il Bonus Ristrutturazioni 50% è stato uno degli incentivi fiscali di maggior successo degli ultimi anni. Questo, infatti, permette di detrarre dall’IRPEF il 50% della spesa totale effettuata per i lavori di ristrutturazione di un immobile. Tuttavia, nel corso degli anni la normativa che regola i bonus fiscali è cambiata moltissimo. Nel 2022 il Governo ha emanato diverse norme al fine di ridurre le frodi fiscali, imponendo regole più stringenti sulle detrazioni fiscali legate alle opere di ristrutturazione. Per questa ragione, alcune anomalie nella realizzazione delle opere di ristrutturazione, o nella presentazione della relativa documentazione, potrebbero portare a una revoca del bonus.

In caso di irregolarità, infatti, l’Agenzia delle Entrate potrebbe negare la possibilità di accedere alle detrazioni fiscali, come persino revocare i vantaggi già ottenuti. Per questo è fondamentale che ogni pratica della ristrutturazione venga seguita con la massima attenzione, da chi conosce alla perfezione la normativa edilizia e fiscale. Vediamo nel dettaglio alcuni casi in cui il Bonus Ristrutturazione può essere revocato.

 

Ottenere il visto di conformità

In primo luogo, per iniziare una ristrutturazione edilizia è obbligatorio ottenere il visto di conformità. Si tratta di un documento che può essere redatto da un commercialista, da un consulente del lavoro iscritto all’albo, dal responsabile di un centro CAF, da un perito, o da un revisore legale in possesso di laurea a indirizzo economico o giuridico. Questo documento attesta che tutti i lavori da effettuare sono conformi alla normativa che regola l’accesso ai bonus edilizi.
In assenza di visto di conformità, il bonus potrebbe essere revocato.

 

Attenzione alla cessione del credito

Per evitare le frodi fiscali il governo aveva inizialmente pensato di bloccare il meccanismo della cessione multipla del credito. L’idea era quella di concedere la cessione del credito un’unica volta. Tuttavia, il blocco della cessione multipla ha causato diversi rallentamenti all’interno dei cantieri, perché il meccanismo che si voleva introdurre aveva carattere retroattivo. Per sbloccare la situazione, il Governo ha avanzato un nuovo emendamento che prevede il ritorno della cessione di credito multipla, ma solo per due volte.

Inoltre, questa doppia cessione del credito ora sarà consentita solo agli enti accreditati. Cosa significa? Attualmente ogni credito ha un codice identificativo e l’Agenzia delle Entrate potrà verificare le cessioni e registrare eventuali irregolarità. In caso di difformità il bonus potrà essere revocato. Non solo, queste irregolarità potranno essere punite anche con sanzioni molto elevate (fino a 100.000€) e persino con la detenzione dai 2 ai 5 anni, nel caso si dichiari il falso e si commettano gravi omissioni.

 

La ditta edile e i diritti dei lavoratori

Il Governo ha fissato nuovi controlli, ancora più serrati, che non riguarderanno più solo il cantiere e l’avanzamento dei lavori, ma anche le condizioni dei lavoratori. Per ottenere le detrazioni fiscali è obbligatorio rivolgersi a ditte di ristrutturazione casa che operano rispettando il CCNL lavoro nazionale e territoriale. Tutti gli operai e i tecnici della ditta dovranno quindi essere assunti con contratto regolare.

Per questo, occorre affidarsi solo a ditte e a professionisti altamente specializzati, capaci di garantire il massimo rigore in ogni ambito delle pratiche di ristrutturazione. Mai lasciare spazio all’improvvisazione quando si progetta di ristrutturare un immobile. I nostri esperti operano nel settore da decenni e ti assicurano il massimo della competenza in materia di fisco e di edilizia. Per saperne di più, contattaci subito.

 

 

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